Il Progetto Ring: un bilancio

di Cristiana Bianchi e Patrizia Campo - Direzione Politiche Sociali, Comune di Torino*
Aprile 2012


I risultati finali del Progetto RING, centrato sul sostegno a chi si prende cura degli anziani con demenza, sono stati presentati a Torino durante il meeting europeo ad Ottobre del 2011. Ring ha individuato nel caregiver la variabile cruciale del percorso di cura della persona con demenza e gli ha confezionato un’anima duttile: il KIT RING. Questo è composto da tre strumenti integrati:

  a) informativo - ”Una guida per chi si rende cura”

  b) psico-educativo - il Programma GAM per il sostegno emotivo ai caregiver

  c) multimediale - con un DVD contenente spezzoni di film sul tema. Completa il Kit un manuale ad uso dei formatori che offre indicazioni per l’utilizzo del Kit nell’ambito di un percorso formativo.

A partire dalla complessità della cura della demenza e le diverse professionalità coinvolte nella malattia, un tema di respiro europeo, il progetto ha preso avvio dalla volontà di implementare la formazione dei caregiver formali (operatori socio- sanitari quali O.S.S., assistenti familiari, domiciliari, infermieri) e informali (familiari e volontari) nell’ambito della relazione d’aiuto.

RING si è dipanato intorno a un concetto di circolarità: più strumenti e conoscenze sono offerte ai formatori, maggiore sarà la ricaduta positiva sulle persone in formazione, creando un circolo che coinvolge anche le persone da assistere. Nell’ottica della promozione della salute, il percorso formativo composto da 6 incontri di 2-3 ore ciascuno, fornisce informazioni sul decorso delle demenze, propone tecniche per ridurre e controllare ansia e stress, stimola emozioni e riflessioni attraverso la visione di spezzoni di film. Il percorso costituisce un modulo formativo sulla relazione d’aiuto dei caregiver che operano in R.S.A., R.A.F., Centri diurni e nuclei Alzheimer, nonché una valida proposta per il supporto di familiari e volontari che assistono anziani con demenze. Il KIT RING è stato testato da tutti i partner su un numero complessivo di 1100 persone, tra formatori, caregiver formali, informali, studenti universitari.

La realizzazione di 52 gruppi di sperimentazione è stata resa possibile da una dinamica “moltiplicatrice” attraverso la formazione di un numero significativo di formatori che ha consentito di ampliare progressivamente la platea dei beneficiari, garantendo la qualità degli interventi formativi. Lo spazio di incontro offerto al caregiver e la centralità sui suoi vissuti è stata l’occasione di un confronto che indirettamente ha operato sulla coesione sociale. E’ accaduto che i caregiver e i docenti “imparassero” dalle parole e dai suggerimenti di altri caregiver attraverso un rovesciamento di ruoli.

Il processo attivato continua a coinvolgere tuttora, a progetto concluso, nuovi caregiver nei percorsi formativi periodicamente replicati dalle agenzie formative e rivolti a operatori socio-sanitari. Al contempo, il Kit Ring continua ad essere richiesto da psicologi come strumento di lavoro utile nei percorsi di supporto ai familiari di anziani con demenze, nonché a suscitare l’interesse di infermieri e geriatri.

Tra i punti di forza del Kit Ring: la sua replicabilità in contesti diversi di cura, la metodologia legata all’utilizzo dello strumento filmico, efficacemente declinabile in ambiti didattici ed educativi formali ed informali, la flessibilità dei singoli strumenti utilizzabili in modo integrato o in modo disgiunto a seconda dei contesti e del target. Questo aspetto è stato particolarmente apprezzato dai formatori. La “Guida per chi si prende cura” infatti è rivolta ad un target ampio, ha una valenza informativa e di supporto per tutte le tipologie di caregiver e può essere fruita anche al di fuori di contesti formativi; è stata accolta molto favorevolmente dagli operatori come dai familiari. Il DVD, offrendo stimoli di riflessione e suggestioni interessanti per una rielaborazione in aula di contenuti legati ad esperienze di cura e assistenza dei caregiver, contribuisce a migliorare la qualità della proposta formativa sotto l’aspetto metodologico. I caregiver formali lo hanno valutato molto positivamente. Il Programma psico-educativo rappresenta uno strumento efficace per approcciare le criticità che caratterizzano i comportamenti di tanti anziani affetti da demenze. I caregiver informali hanno individuato in esso indicazioni pratiche per gestire le difficoltà relazionali della quotidianità ma anche gli operatori dediti all’assistenza e cura lo hanno considerato utile.

Tra gli impatti finali del progetto ne citiamo solo alcuni: la nascita di gruppi di auto aiuto in diversi territori nazionali ed europei, una mostra itinerante sull’Alzheimer e l’apertura a Torino di un “Alzheimer Caffè”, uno spazio informale di informazione e supporto per i familiari che possono portare con sé il congiunto ammalato che non può rimanere solo. E ancora, RING ha portato all’attenzione la questione dello stigma sociale che caratterizza la persona con Alzheimer, sovente evitata perché considerata aggressiva e pericolosa.

Tra i punti di debolezza: è stata sottostimata la richiesta di formazione sul percorso Ring da parte di formatori e altri professionisti che, in una gamma di contesti estremamente variegata, supportano operatori, familiari e volontari coinvolti nella cura di anziani con demenze. Inoltre, la disseminazione ha privilegiato eventi ove era possibile intercettare il maggior numero di stakeholders (Conferenze, Forum nazionali, ecc), sacrificando occasioni con minor numero di partecipanti (es. workshop e seminari) ma più efficaci sotto l’aspetto della diffusione e disseminazione.

Il futuro: parecchie sono state le richieste di adattare e rimodulare il Kit sulla specificità di altri target: persone disabili, persone affette da morbo di Parkinson. Molti formatori hanno espresso la necessità di rinforzare le proprie competenze personali sul tema della relazione d’aiuto, consapevoli che questo tipo di formazione ha delle implicazioni anche sulla loro dimensione emotivo - affettiva. Infine, il progetto non ha certamente annullato lo stress, l’ansia e la sofferenza di chi si prende cura, ha però contribuito ad alleggerire la complessità e la fatica di quanti si dedicano da prospettive diverse e con modi differenti alla cura delle persone anziane con demenza.



*Le autrici:
Direzione Politiche Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie Servizio Promozione e Sviluppo
Cristiana Bianchi, Responsabile
Patrizia Campo, Educatore Professionale

Per informazioni e richieste del Kit Ring:  sito webring@comune.torino.it 

 

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