Fondi nazionali (famiglia e non autosufficienza) / altre segnalazioni

Il Fondo delle Politiche per la Famiglia
Il decreto di ripartizione del Fondo delle politiche per la famiglia è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 agosto 2007. Le risorse per l'anno 2007 ammontano, nel complesso, a 220.000.000 di euro. Il Fondo è, tra l'altro, finalizzato a:
- realizzare il primo Piano nazionale per la famiglia;
- promuovere e organizzare una Conferenza nazionale sulla famiglia;
- finanziare iniziative che puntano a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
- qualificare il lavoro delle assistenti familiari, per bambini, disabili, anziani, non autosufficienti;
- realizzare un Piano di riorganizzazione dei consultori familiari;
- rilanciare e sostenere le adozioni internazionali;
- sperimentare e incentivare iniziative di risparmio per le famiglie numerose (con quattro o più figli) sul costo dei servizi (energia, gas, acqua, ecc.);
- istituire e finanziare l'Osservatorio nazionale sulla famiglia;
- rafforzare la lotta alla pedofilia con il sostegno all'attività dell'Osservatorio nazionale per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile;
- rilanciare il ruolo e le funzioni dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia.
Leggi sul Dossier: Finalità del fondo
Leggi sul Dossier: Interventi finanziati
Decreto di ripartizione del Fondo
Da: Regioni

Legge per la non autosufficienza e rivalutazione del Fondo
Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, partecipando al convegno sulla legge per la non autosufficienza (tenutosi il 25 luglio scorso), ha spiegato che il suo ministero sta lavorando sul tema della non autosufficienza da tre angolazioni differenti. La prima riguarda la questione delle risorse, la seconda la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (diritti esigibili) e la terza la scelta del modello, ovvero la promozione dei servizi o il ricorso al "mercato dei servizi". Si tratta di temi e di scelte difficili che hanno bisogno di tempo, ma anche di tempestività. Secondo il ministro la legge e la rivalutazione del Fondo per la non autosufficienza dovranno marciare con la finanziaria per il 2008. L'obiettivo di incremento del Fondo prevede che dai 100 milioni di euro iniziali si passi a 500 milioni, per giungere in tre anni a un miliardo e mezzo di euro.
Da: Redattore Sociale (notizia del 25.7.2007)

Regione Toscana
Anticipando l'iniziativa nazionale, la Toscana ha deciso di darsi un proprio indirizzo cercando di dare una risposta alle fasce più deboli della popolazione attraverso il "Progetto per l'assistenza continuativa a persone non autosufficienti", meglio conosciuto come "fondo per la non autosufficienza".
L'obiettivo è quello di azzerare le liste di attesa per l'inserimento nelle Rsa entro il 2010, potenziare la rete di assistenza domiciliare per dare risposte di qualità alle persone anziane e alle loro famiglie, assicurare contributi per il sostegno al lavoro di cura delle assistenti familiari e per l'emersione di una grossa fetta del lavoro di cura sommerso.
Per fare ciò sarà aumentata sensibilmente la dotazione finanziaria. Attualmente le risorse disponibili ammontano a 300 milioni di euro. A questi la Regione è orientata ad aggiungerne altri 150 l'anno per i prossimi tre anni fino al 2010. Il Fondo risulterà dall'integrazione tra le risorse sanitarie (a carico della Azienda sanitarie) destinate alle risposte sociosanitarie integrate in atto (quote sanitarie in Rsa e Centri diurni oltre alla componente sanitaria delle cure domiciliari); le risorse sociali (a carico dei Comuni) destinate alle quote di parte sociale delle Rsa e dei Centri diurni e alle quote di compartecipazione sulla base della richiesta degli assistiti; le risorse derivanti dal prelievo fiscale aggiuntivo (nella misura che verrà decisa); tutte le risorse destinate a fini socio-sanitari derivanti da eventuali lasciti e donazioni, da fondazioni e/o da soggetti pubblico privati; le risorse destinate dal fondo nazionale per l'assistenza alle persone non autosufficienti.
Da: Redattore Sociale (notizia del 17.7.2007)

Regione Sardegna
La Giunta Regionale ha stanziato otto milioni di euro in favore delle famiglie che si trovano ad affrontare un carico assistenziale per il quale le misure di sostegno abituali sono inadeguate, in considerazione dell'immediatezza del bisogno o della rapida progressione della condizione di disabilità dell'assistito.
Il programma si realizza sui principi e gli obiettivi delle linee guida per il fondo della non autosufficienza, della LR 29.5.2007, n.2, attualmente in fase di elaborazione. La proposta di linee guida prevede che gli interventi adottati siano finalizzati a rafforzare il sostegno pubblico all'area della non autosufficienza, a favorire la permanenza delle persone non autosufficienti al proprio domicilio, attivando o potenziando la rete di assistenza domiciliare integrata, a sostenere la capacità di risoluzione autonoma delle famiglie.
Da: Anaste

Provincia di Bolzano
La Giunta provinciale di Bolzano ha approvato il disegno di legge provinciale "Interventi per l'assistenza alle persone non autosufficienti", che dovrebbe essere approvato dal Consiglio provinciale entro il 2007.
È previsto l'aumento dei contributi alle famiglie che assistono a casa i propri familiari non autosufficienti: dal 2008 i contributi dovrebbero passare, a seconda delle ore prestate all'assistenza, da 510 Euro al mese fino a 1.800 euro al mese, con un incremento del 50%. Alle persone che prestano assistenza dovrebbe essere riconosciuto il periodo di assistenza ai fini previdenziali. Per coprire le spese sarà istituito un apposito Fondo alimentato da finanze provinciali, da 25 milioni di euro della Regione e da ulteriori interventi.
Da: Anaste

Comune di Modena
Il Comune di Modena, grazie all'aumento della propria quota derivante dal Fondo regionale per la non autosufficienza (cresciuto rispetto al 2006 di circa 4 milioni di euro) potrà potenziare i servizi rivolti ad anziani e disabili. Il programma distrettuale per la non autosufficienza 2007, prevede investimenti sul sistema di accesso, valutazione e presa in carico, interventi di sostegno per chi assiste anziani o disabili a domicilio, aumento dei posti nelle strutture residenziali e nei centri diurni.
Per sostenere coloro che assistono anziani a domicilio aumenterà la quota giornaliera dell'assegno di cura, utilizzabile per pagare una collaboratrice oppure per compensare l'eventuale rinuncia al lavoro da parte di chi, in famiglia, si dedica all'assistenza. Il servizio di assistenza domiciliare, che nel 2006 è stato erogato a 540 anziani, si arricchisce di un nucleo specifico rivolto alle persone con demenza, composto da 10 operatori più un responsabile. Continuerà anche il progetto Serdom, che promuove la regolarizzazione del lavoro delle badanti e concede contributi alle famiglie in base al reddito.
Da: Redattore Sociale (notizia del 31.7.2007)


Legislazione

Libera circolazione dei cittadini europei in Italia: specificazioni del Viminale
Il decreto legislativo n. 30 del 2007, entrato in vigore l'11 aprile scorso, ha recepito la Direttiva europea sulla libera circolazione dei cittadini comunitari, che permette loro di soggiornare in Italia per un periodo superiore ai tre mesi attraverso la semplice iscrizione anagrafica, qualora lavorino o abbiano comunque risorse economiche sufficienti per mantenersi.
Nuovi chiarimenti sul soggiorno in Italia dei cittadini comunitari sono arrivati dalla Circolare 18/7/2007 e dalla Circolare n. 45 dell'8 agosto 2007.
Fra le precisazioni più salienti contenute nel primo documento segnaliamo il "Diritto di soggiorno per motivi di lavoro" (punto 6). Chi risiede in quanto cittadini comunitari in Italia per lavoro per più di tre mesi, potrà iscriversi all'anagrafe esibendo "la documentazione attestante l'esercizio di un'attività lavorativa subordinata o autonoma". Chi non ha un lavoro può soggiornare in Italia per più di tre mesi solo se dimostra di avere risorse sufficienti per mantenersi. Questa condizione può essere anche autocertificata, attraverso dei moduli di cui si specificherà mediante un'altra circolare, in cui si chiederanno informazioni dettagliate in vista di eventuali controlli (punto 7). Chi smette di lavorare e/o non ha più mezzi per mantenersi può essere allontanato dall'Italia. Proprio sul fronte dei controlli il Viminale auspica "collaborazione" tra "Comuni, Amministrazioni, enti pubblici e Forze di Polizia", anche attraverso la sottoscrizione di protocolli ad hoc.
Il secondo documento, Circolare 45/2007, fornisce ulteriori chiarimenti in ordine alle Attestazioni di soggiorno previste dall'art. 9 del Decreto 30, diffondendo alle Prefetture, Dipartimenti preposti, ANCI, ISTAT, DEA e Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe i moduli che attestano la presentazione della domanda di iscrizione all'anagrafe comunale (All.1), l'iscrizione stessa (All.2) o l'acquisizione del diritto al soggiorno permanente (All.3). A questi si aggiunge inoltre un modulo per autocertificare la disponibilità di risorse economiche nei casi previsti dalla nuova legge sulla circolazione e il soggiorno dei comunitari (All. 4).
Da: Programmaintegra (pagina 1 e pagina 2)

Soggiorni brevi: disciplinata la dichiarazione di presenza per i cittadini extraue
La legge 68/2007 ha abolito la richiesta del permesso di soggiorno per chi arriva in Italia per turismo, studio, affari o visite e vi si trattiene al massimo per tre mesi. Con la nuova norma, è sufficiente una semplice dichiarazione di presenza (rivolta alla Polizia). Un decreto del ministero dell'Interno, pubblicato il 6 agosto in Gazzetta ufficiale, ha disciplinato questa dichiarazione.
Chi arriva in Italia da Paesi che non aderiscono all'accordo di Schengen dovrà semplicemente mostrare il passaporto alla frontiera e farlo timbrare dalla Polizia. Quel timbro basterà a dimostrare che ha dichiarato la sua presenza in Italia.
Non dovranno invece nemmeno rivolgersi alla Polizia i cittadini extraue che sono entrati in Italia passando per Paesi Schengen (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Islanda e Norvegia) e alloggiano in alberghi, bed & breakfast, campeggi e altre strutture che sono tenute a tenere un registro dei loro ospiti e a comunicare alla Questura i nuovi arrivi. La schedina di registrazione che si compila all'arrivo fungerà da dichiarazione di presenza, sarà quindi bene farsene dare una copia da esibire durante un eventuale controllo da parte delle forze dell'ordine.
Gli unici a dover fare una dichiarazione ad hoc saranno i cittadini extracomunitari arrivati in Italia passando da paesi Schengen che magari alloggiano a casa di amici o parenti. Per essere in regola, entro otto giorni dall'ingresso dovranno recarsi in Questura e compilare un modulo nel quale indicheranno dati anagrafici, numero del passaporto, durata del visto di ingresso e motivo del soggiorno, oltre all'indirizzo del loro alloggio. Una copia rimarrà alla Polizia, l'altra, timbrata, andrà teunuta con sé durante il soggiorno in Italia.
Scarica il decreto
Scarica il modulo per la dichiarazione in Questura
Da: Stranieri in Italia

Permesso per attesa occupazione
Il 20 agosto scorso il Ministero dell'Interno ha emanato una circolare che prevede il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione a favore di cittadini stranieri a cui non sia confermato dal datore di lavoro il rapporto di lavoro.
La nuova circolare dispone infatti che il cittadino straniero "chiamato" in Italia con il Decreto Flussi ed entrato pertanto con regolare visto, avrà diritto al rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione qualora, successivamente al suo arrivo, il datore di lavoro dichiari la sua indisponibilità all'assunzione.
Il lavoratore dovrà presentare un'apposita dichiarazione firmata da un responsabile dello Sportello Unico dell'immigrazione o del Servizio lavoro della Provincia autonoma nel caso in cui si trovi in Trentino Alto Adige.
La presente circolare viene ad integrare la n. 2570 del 7 luglio 2007 nella quale la questione della mancata assunzione del lavoratore straniero a seguito del suo ingresso in Italia "per chiamata" era ristretta alle ipotesi di morte del datore di lavoro - con la concessione del "subentro" di un altro datore di lavoro ma solo nell'ambito della stessa famiglia o della sopraggiunta cessazione dell'attività dell'azienda.
Da: Programmaintegra

UE: permessi di lavoro temporanei per i cittadini europei
L'Unione Europea è impegnata nel definire strumenti normativi con cui gli immigrati potranno entrare legalmente nei paesi dell'UE. Il permesso temporaneo darà loro l'opportunità di ottenere un permesso di lavoro secondo le necessità di ogni singolo paese, che deciderà il numero di cittadini stranieri che potranno disporne e per quali settori concederlo. Obiettivo dell'iniziativa è la riduzione dell'immigrazione clandestina.
Da: Programmaintegra

Maxi-multe per chi impiega lavoratori clandestini
Il Ministero del Lavoro, con una circolare inviata mercoledì scorso alle sue direzioni regionali e provinciali e alle forze dell'ordine, ha voluto chiarire che chi impiega lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno, sebbene sia già punito dalla legge sull'immigrazione, è comunque soggetto alla maxi-multa prevista per tutti i datori di lavoro "in nero".
Secondo il testo unico sull'immigrazione (art. 22, comma 12), per chi dà lavoro a immigrati irregolari scattano delle dure sanzioni penali: arresto da tre mesi a un anno e multa da 5mila euro per ogni lavoratore impiegato, qualcuno si chiedeva quindi se a queste si potesse aggiungere anche la sanzione amministrativa introdotta dal decreto Bersani (secondo il quale "l'impiego di lavoratori non risultanti dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria è punito con la sanzione amministrativa da euro 1.500 a euro 12.000 per ciascun lavoratore, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo).
Per il ministero del Lavoro però non ci sono dubbi: la maxi multa si applica anche in questo caso, perché queste sanzioni, come spiega la circolare, sono "solo parzialmente coincidenti". Se quella penale serve a "disciplinare i flussi migratori" e a "contrastare la permanenza di clandestini", quella amministrativa è volta a "contrastare il fenomeno del lavoro sommerso tout court, indipendentemente dalla cittadinanza dei lavoratori interessati e dalla qualificazione del rapporto di lavoro".
Il discorso vale anche se ad essere impiegate in nero sono colf o badanti. L'assenza della denuncia all'Inail dell'iscrizione all'Inps o del comunicazione al Centro per l'impiego dei lavoratori domestici è infatti una "mancata formalizzazione del rapporto mediante documentazione obbligatori" e quindi per il ministero c'è la "condizione per l'applicazione della maxisanzione".
Scarica la circolare
Da: Stranieri in Italia (notizia del 6.7.07)

Colf e badanti con vincoli di parentela
L'INPS con il messaggio n. 15451/2007 ha ribadito che è possibile assumere a tutti gli effetti un familiare come colf, badante o babysitter, pagandogli un regolare stipendio e versandogli i contributi. L'Inps deve comunque accertare che tra parenti si è instaurato un vero rapporto di lavoro. La legge non specifica la modalità di tale verifica, ma secondo l'istituto "può essere ritenuta indicativa la lettera di assunzione, redatta ai sensi del CCNL entrato in vigore dal 1 marzo 2007, corredata dalla busta paga".
Da: Stranieri in Italia

Varie

Guide sull'immigrazione on-line
Sono disponibili on-line, sul sito www.stranierinitalia.it undici guide "Vivere in Italia" dedicate ai momenti e ai temi più importanti della vita degli stranieri nel nostro paese, dal primo ingresso fino al traguardo della cittadinanza. Le guide, in italiano, sono state preparate dagli esperti del Ministero dell'Interno.

Riforma dell'immigrazione: numero speciale del Bollettino Adapt
Come regolare l'immigrazione? Il n. 21 del Bollettino Adapt è interamente dedicato a questo tema. Uno dei tre interventi che lo compongono è dedicato alla presentazione e al commento del ddl sulla riforma dell'immigrazione.
Scarica il Bollettino

Prevenire la violenza nei confronti di donne anziane affette da demenza
Il numero 2/2007 del trimestrale "La rivista di servizio sociale" è interamente dedicato al tema del caregiving.
Contributi presenti nella rivista:
· Lavoro di cura, maltrattamenti e violenza (Scortegagna R.)
· Come prendersi cura di chi si prende cura? Care for carers e self help (D'Ottavi A.M.)
· Chi cura? Estratto dal Documento della Lobby Europea delle Donne sulle problematiche relative alla cura (Bottarelli Tranquilli Leali M.L.)
· La demenza: rischi possibili di violenza (Di Franco F., Monini P., Tognetti A.)
· Caregiver protagonisti: il Progetto Liguria (Banchero A., Costanzi C.)
· Progetto Daphne "Care for carers". La situazione della malattia di Alzheimer in Lituania (Mecajeva L.)
· Linee guida per prevenire la violenza nel caregiving di donne anziane malate di Alzheimer e di altre forme di demenza.
Il numero della rivista contiene inoltre il CD del Progetto Daphne Care for Carers con "Outcomes, Guidelines, Handbook to improbe the qualità in the care of the elderly with Alzheimer and other dementia diseases".
Per informazioni: Istituto per gli Studi sui Servizi Sociali Onlus, tel. 06 58.97.179, info@istisss.it
Consulta le Linee Guida per la prevenzione della violenza
Da: Centro Maderna (notizia del 23.7.07)


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