Ricerche

Migrazioni circolari e lavoro domestico
Il numero speciale 4/2013 del Journal of Immigrant & Refugee Studies (JIRS), curato da Sabrina Marchetti e da Anna Triandafyllidou, è dedicato al tema delle migrazioni circolari nell’ambito del lavoro domestico. Il concetto, che ha assunto una rilevanza crescente all’interno degli studi sulle migrazioni, si riferisce secondo la definizione della Commissione Europea, ad una modalità di gestione delle migrazioni in grado di offrire opportunità di impiego ai cittadini dei Paesi terzi disposti a collaborare concretamente nella lotta all’immigrazione irregolare. Ma come funziona l’occupazione dei migranti circolari? Quali le implicazioni rispetto alle sfide che attendono l’Europa, in primo luogo l’invecchiamento demografico? Sono alcune delle domande cui i contributi raccolti nel numero speciale della rivista intendono rispondere, con uno sguardo concentrato su un tipo particolare di migranti circolari, quelli impiegati nel settore del lavoro domestico e di cura. In particolare, il secondo saggio è dedicato alla diffusione di questo modello migratorio, verso cui sembra convergere l’interesse delle assistenti familiari provenienti dall’Europa dell’Est e delle famiglie italiane presso le quali sono occupate.

Indice:

1. Migrant Domestic and Care Workers in Europe: New Patterns of Circulation?, di Anna Triandafyllidou & Sabrina Marchetti

2. Dreaming Circularity? Eastern European Women and Job Sharing in Paid Home Care, di Sabrina Marchetti

3. Care Chains in Eastern and Central Europe: Male and Female Domestic Work at the Intersections of Gender, Class, and Ethnicity, di Ewa Palenga-Möllenbeck

4. Uncertain and Experimental Circularity: An Investigation of the Trajectories of Migrant Domestic Workers in Lisbon, di Manuel Abrantes

5. Ethnic-Group Strength Among Bosnian Refugees in St. Louis, Missouri, and Host Receptivity and Conformity Pressure, di Wai Hsien Cheah, Ajlina Karamehic-Muratovic & Hisako Matsuo

6. Refugee Resettlement and Parenting in a Different Context, di Santino Atem Deng & Jay M. Marlowe

7. Access to Health Care: The Experiences of Refugee and Refugee Claimant Women in Hamilton, Ontario, di K. Bruce Newbold, Jenny Cho & Marie McKeary

Da:Tandofonline 

“Promoting the Integration of Migrant Domestic Workers in Europe”: online il rapporto finale
Il progetto “Promoting Integration for Migrant Domestic Workers in Europe” (IMDWs), finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione e promosso dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), svoltosi tra gennaio 2012 e agosto 2013, si proponeva di accrescere la conoscenza in termini di integrazione delle politiche di ingresso e di impiego delle lavoratrici domestiche straniere e di aumentare la capacità degli attori implicati nel settore di identificare e rimuovere le barriere all’integrazione socio-lavorativa di queste lavoratrici. Il rapporto finale per l’Italia, che suggerisce alcune possibili piste per riforme politiche e normative finalizzate ad affrontare alcune delle sfide più importanti rispetto all’integrazione socio-economica delle lavoratrici domestiche immigrate, è stato realizzato da Eleonora Castagnone, Ester Salis e Viviana Premazzi per Fieri, che lo ha reso disponibile sul proprio sito web.
Scarica qui il rapporto
Da: Fieri  

Non autosufficienza: competizione e deprezzamento del lavoro privato di cura
Assistenti familiari e domestiche straniere in competizione con le lavoratrici appena giunte in Italia e con le donne italiane che tornano a considerare l’assistenza familiare come un possibile ambito occupazionale. È una delle immagini emergenti dal rapporto “Viaggio nel lavoro di cura”, coordinato per l’Iref da Gianfranco Zucca, basato sulle risposte di 74 lavoratrici, in larga parte straniere, coinvolte in 10 gruppi di discussione nell’ambito della rete Acli Colf. Lo studio segnala un recente deprezzamento del lavoro, che coincide con “una de-regulation casa per casa”: i datori di lavoro pongono le loro condizioni in termini di “prendere o lasciare”, consapevoli che per ogni rifiuto ricevuto ci sono altri lavoratori disposti ad accettare. Il mercato tende così a richiedere un’assistenza qualitativamente migliore a un prezzo sempre più basso, che può variare fortemente anche a parità di condizioni di impiego. Nel Nord Italia le retribuzioni tendono ad essere più alte rispetto al Mezzogiorno, anche in maniera significativa: dagli 850/900 euro al mese di Treviso o Trieste, si scende fino ai 350 euro di Napoli, per un’assistente alla prima esperienza di lavoro e poco capace di parlare l’italiano.
Da: Acli Colf 

Anziani che rinunciano alla badante
Per molti anziani il costo della badante sta diventando insostenibile. Nell’ultimo anno, secondo l’indagine realizzata da Datanalysis su un campione di 1.500 ultrasettantacinquenni italiani che hanno assunto una badante per essere aiutati, il 35% degli anziani ha dovuto ridurre considerevolmente le ore di assistenza e il 25% ha dovuto rinunciarvi completamente. Presentata da Giuseppe Paolisso nel corso del 58° Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria (SIGG), svoltosi a fine novembre a Torino, la ricerca mette inoltre in luce che il 45% degli anziani non riesce a pagare l’assistente familiare con la propria pensione, dovendo così ricorrere all’aiuto dei figli, e il 75% riduce qualità e quantità dei cibi pur di riuscire a pagare la badante.
Scarica qui la presentazione
Da: Sigg 

Diminuiscono le persone immigrate in Italia
Nel 2012 le persone immigrate in Italia sono 351 mila, 35 mila in meno rispetto all'anno precedente (-9,1%). Rispetto al 2011 calano le iscrizioni di cittadini moldavi (-41%), ucraini (-36%), peruviani (-35%) ed ecuadoriani (-27%), mentre crescono gli ingressi di cittadini africani (+1,2%), di alcune cittadinanze asiatiche e, soprattutto, di quelle comunità soggette a conflitti bellici nei Paesi di origine (Nigeria, Pakistan, Mali e Costa d'Avorio). Il nuovo report dell’Istat “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente” mette anche in luce un aumento delle emigrazioni, dovuto principalmente all’incremento dei cittadini italiani che si rtrasferiscono all’estero (per i quali le cancellazioni passano da 50 mila nel 2011 a 68 mila unità nel 2012 con un amento del 36%), diretti soprattutto verso la Germania, la Svizzera, il Regno Unito e la Francia. L’analisi registra anche un aumento delle cancellazioni di cittadini stranieri residenti, da 32 mila a 38 mila unità (+18%).
Scarica qui il report
Da: Istat
 

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